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Nell'infanzia praticai con fervore l'adorazione della tigre: non la tigre fulva degli isolotti del Paraná e della confusione amazzonica ma la tigre a strisce, asiatica, reale, che soltanto gli uomini d'arme possono affrontare, da una torretta in groppa a un alefante. Passò l'infanzia, decaddero le tigri e la mia passione per loro, eppure esse restano nei miei sogni. In questa mappa sommersa e caotica continuano a predominare così: addormentato, mi distrae un sogno qualsiasi e subito so che è un sogno. Mi accade allora di pensare: questo è un sogno, una pura deviazione della mia volontà, e già che dispongo di un illimitato potere, voglio dar vita a una tigre. Oh incompetenza! Giammai i miei sogni sanno generare l'agognata tigre. Appare la tigre, questo sì, ma disseccata e fiacca, o di una grandezza o piccolezza inammissibili, o fugace, o tendente al cane o all'uccello.
Jorge Luis Borges
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Autori | J. L. Borges |
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Anno | 1985 |
Lingua | italiano |